23 febbraio 2010

corsista curioso...

Il corso di Lingua dei segni che frequento si popola di personaggi tra l'ambiguo, il nonsense e l'inutile... Io faccio la mia porca figura giusto perchè ho 2 anni di pratica in più di loro e quindi" vivo di rendita" cioè faccio meno fatica perchè ho già una certa confidenza, conosco molti segni e riesco a imparare molto più velocemente i segni nuovi.

Qualcuna delle ragazze che frequentano il corso già si dimostra brava, una in particolare si dimostra interessata e veloce nell'apprendere. Anzi direi un paio di loro. Le restanti... le vedo molto lente e un po' dure, specie se vediamo che durante la pausa nessuno usa  segni, nonstante sia stato più che suggerito sia dall'insegnante che dal presidente dell'ente.

Ho nominato solo ragazze perchè una categoria a parte la meritano i ragazzi, siamo in 3, che frequentano il corso.

Uno c'è e non c'è: avrà frequentato 1/4 delle ore finora trascorse, non s se per lavoro o per menefreghismo.

Un altro attira la mia curiosità e al contempo mi dà motlo fastidio. Viene quasi sempre, ma arriva alle 8 e mezza, 30 minuti di ritardo canonici... apre il quaderno degli appunti, ma si mette poi a giocare col cellulare o si dimostra apertamente disinteressato alla lezione. Mi chiedo: il corso costa non poco, (oltre 500 €, possibile che tu ci venga senza tanti motivi? lo fai solo per uscire di casa? questo M. insomma mi sta pure un po' sulle balle.

Fatto sta che M., gay abbastanza effemminato, dalla posa da seduto, al camminare, è comunque un ragazzo con un bel viso. Nulla di così splendido, ma piacevole, mettiamola così anche se non è decisamente  il mio tipo.
La scorsa settimana durante la pausa delle 21:00, se ne esce con una battuta del tipo : "perchè non ci scambiamo i numeri di telefono, nessuno ha il numero di nessuno..." ovviamente io l'ho interpretata come rivolta all'intera classe e ho detto che effettivamente poteva essere utile. Tempo 10 minuti, finita la pausa, l'insegnante ci "accoppia" io e M. per gli esercizi. Lui è negato e nemmeno si sforza di impegnarsi, figuratevi io che interesse al dialogo posso avere con uno del genere. A un certo punto mi chiede il numero di telefono "così mi mandi qualche messaggio e mi racconti qualcosa" e io con una acidità a cui non avevo pensato all'inizio "ma che avrei mai da raccontarti?". Insomma, al corso quasi non ci si parla, non sei neppure il mio tipo, siamo seduti di solito distanti e ti dovrei raccontare i fatti miei???

Insomma di ritorno a casa in macchina inizia una sfilza di sms con destinazione "informazioni sempre più dirette". Il discorso comincia con:

-"ma non sei ancora arrivato a casa? Vai piano che il tempo è brutto"

-"ci sono rimasto male quando m'hai detto che non avevi nulla daraccontarmi"

-"ma quanti anni hai?"

-"ma sei fidanzato?"

-"come si chiama?" e qui capisco dove vuole parare, capire se sono gay o meno

-"che curiosità...". rispondo io e lui:

-"se me lo dici poi potrai chiedermi tutto quello che vuoi" (cosa dovrei chiederti? ma chissenefrega di uno come te? con tutto il tatto che posso metterci, se fin d'ora non ti ho quasi rivolto parola ci sarà un motivo...)

-"Si chiama C. contento?" gli rispondo io

Al che si prodiga in commenti sul fatto che l'aveva capito, che se non fossi stato fidanzato c'avrebbe provato. Poi si definisce un idiota e che ha fatto una figura di merda. Poi si supervaluta definendosi uno che fa girare la testa a molti e si vanta di aver fatto scoppiare delle coppie per quanto bravo è a letto.


e mi chiede  "... allora per noi non c'è nessuna speranza?"


Dopo avergli specificato che

a: Sono gayo, felice e in coppia (non significa che mi scopi  chiunque capiti a discapito della relazione che ho)

b: sono fedele

c: non è il mio tipo (visto che a me piacciono pelosi, più maturi di me e quindi orsetti)

ancora ci prova...

Al che mi invita per una cena (innocua a suo dire). Appena accenno che ne avrei parlato con C. fa l'altero, definendo il mio comportamento come da carcerato. Gli rispondo che con C. non vedo perchè non dovrei parlarne, il rapporto è tranquillo. Se la cena non aveva fini volgari non vedo dov'è il problema. Parlarne col mio compagno non avrebbe certo cambiato nulla. Questa consapevolezza l'ha fatto sfociare nel vittimismo, risolto poi con un silenzio di tomba.

E stasera al corso, dopo essere arrivato col consueto ritardo, ha cautamente evitato di incrociare i suoi occhi coi miei.

Valli a capire questi rovina coppie!