05 dicembre 2010

post a ruota libera

Noto con inquietudine che il mio mestiere di blogger finisce quando sono a casa di C.

E sì che ogni tanto avrei voglia di scrivere post interessanti, con elucubrazioni sottili ed ardite, ma mi ritrovo ad elaborarli mentre sono in macchina e nemmeno degli appunti vocali o le note scritte sottoforma di bozza nel mio Nokia funzionano per rammentarmele... (La tecnologia mi si rivolta contro, formatto il nokia e perdo byte e byte di pensieri...)

Fatto sta che a casa di C. appunto ogni "libertà" telematica viene persa. Uno strano fenomeno di immersione nell'altrui vita. Mi sono trovato a diventare volontario dell'ente sordi dove lui era presidente et voilà, vola via ogni mio interesse o sfogo artistico. Credo possa essere normale che in una relazione uno dei 2 finisca con il "soccombere" alle passioni dell'altro, soprattutto se il sottoscritto non ha un carattere deciso. Però mi chiedo quanto a lungo possa durare una situazione simile. 

Non si tratta di subire una situazione, ma ben si sa che certe volte ci si scava una strada da soli che poi si trova  a non voler più percorrere, ma ormai dalle pareti così alte che si deve scavalcare di peso. E se la strada non è più parallela all'altro e l'altro non capisce il tuo "uscire" di strada si rischiano attriti anche pesanti, ma spesso inutili.

Stasera sono a casa. Di solito la domenica sono a casa sua, come il lunedì, martedì, giovedì venerdì e sabato.

Ma stasera no. La sorella è venuta a casa sua per motivi personali e io divento "l' imbarazzante". Perchè vuoi la differenza d'età, vuoi perchè 2 uomini in casa (nonstante la sorella sappia bene del fratello) non ci stanno bene... insomma alla fine mi ritrovo a casa. E per strada, ogni volta che succede sento come una sensazione di battaglia persa. Sia tra me e la sorella che tra me e i miei genitori.

Quasi mi immagino mio padre che mi sbatte in faccia la mia "scelta" dicendo che alla fine sono sottomesso ad una società che ti scaraventa in faccia modelli etero a cui obbedire. Quasi provo invidia per L. e F. che, quasi coetanei, si sono presi una casa insieme. Entrambe le famiglie quantomeno hanno un atteggiamento positivo in quell'unione.

A C. pesa che mia mamma, mia sorella o altri della mia famiglia non lo abbiano mai invitato a casa mia mentre io stesso sono stato a casa di sua sorella, anche se non certo come fidanzato, ma come amico...