16 settembre 2010

Scortesie e ignoranza vanno di pari passo?

Premessa: durante le ferie in Sardegna con Carlo siamo stati in un ristorante, oltre a noi 2 c'erano Mauro e Corrado. Località Olbia, vicino al centro.
Indecisi su dove mangiare e sapendo che fermarsi in una zona centrale di un luogo turistico spesso porta a esperienze terrificanti, Ne scegliamo uno.

Da fuori sembrava il classico ristorante con antipasti a buffet (e quello ci ha invogliato di corsa). Solita entrata con arredo un po' da trattoria, tavolino improvvisato con il titolare che dall'aria mafiosa fa la cassa per i clienti. Ci piazzano in un angolo con un LCD alle spalle, meno male che il volume era decente. Inzomma, prendiamo in mano il menu e dopo aver scelto i piatti noto con simpatia le dliziose chicche linguistiche che spesso affollano i menu di chi s'accinge a tradurre in foresto idioma le proprie pietanze( scusate l'ordine sparso...) :



Il primo riguarda un insolito "sorbett". Nella mia poca conoscenza della lingua inglese non so come si dica sorbetto, cercando su google non ho trovato nessuna alternativa...non lo si poteva chiamare con un "lemon ice cream with vodka (o prosecco a seconda della ricetta)"insomma, un po' di fantasia!








Il secondo riguarda una ambiguità: non so se sia corretta la traduzione, in buona fede la dò corretta. Ma se i piatti li traduci tutti in inglese, com'è che le cozze mi diventano francesi? sono cozze d'oltralpe?


Finiamo poi con la bellissima ortografia della parola Wurstel, che qui perde la "r" sia in italiano che in inglese...

Non è la prima volta che vedo queste chicche, ma quello che noto sempre più è che spesso si accompagnano a comportamenti idioti da parte dle personale. Mi spiego meglio. Finito di ordinare, ci fiondiamo ordinatamente al banco degli antipasti. Dopo abbondanti 20 minuti dalla fine degli antipasti, direi anche mezz'ora, ci arrivano i primi. Cibo buono, non ottimo ma ragionevolmente mangiabile. Al momento del dolce siamo un po' incerti, spiamo i tavoli vicini per capirci un po'. Traduco per Carlo e  gli altri 2 il labbiale del cameriere che si dimostra impaziente.  Alla fine io ordino un Sorbetto, Carlo Mauro e Corrado un mirto. Arriva per primo il mio sorbetto che viene servito bello liquido in un bicchiere a temperatura ambiente. Carlo mi fa "ti sembra il modo di servire un gelato???" e io, dai non lamentarti che poi devo fare brutta figura io...

La goccia che fa traboccare il vaso arriva sottoforma di bicchierino di liquore con dose di mirto. Carlo prende in mano il bicchiere e mi dice " è caldo" e io penso "ecco te pareva che qualcosa doveva andare storto?" mi dice che vuole chiamare il cameriere, gli rispondo di lasciar stare ma non mi ascolta perchè già con la testa cerca il poverino...

Il cameriere arriva  e Carlo mi chiede di dire al cameriere che il bicchiere è caldo. Io con tutta la faccia tosta e con la richiesta stampata in faccia di  accontentarlo così evitiamo casini ripeto al cameriere le parole di Carlo, e aggiungo che vorrebbe un bicchiere almeno freddo se non ghiacciato. Il cameriere si allontana sbottando e rispondendo (attenzione al dettaglio: testa e spalle girate, sottovoce)"e vabbè te porto il ghiaccio". Dico a Carlo che il cameriere ha risposto così. Non potendo sentire avrei potuto risparmiarmi di infierire però non mi va di tenerlo all'oscuro di questi dettagli di un comportamento che cominciava già a rompere le balle pure  a me. Sei un cameriere? il cliente rompe i coglioni? ma sì, eviti casini, gli dici che ti scusi e gli porti un bicchiere ghiacciato, oppure gli dici che avete aperto una bottiglia nuova e non era nel congelatore, insomma inventati qualcosa.

Stiamo precipitando nel nervoso e Carlo se si arrabbia è difficile da controllare. Arriva una cameriera che ingenuamente porta un bicchiere con del ghiaccio. Carlo ad alta voce esclama: "non ho chiesto del ghiaccio, voglio un mirto come si deve, freddo ghiacciato!"

Il titolare entra in sala, e fa finta di chiedere al cameriere cos'è successo, il cameriere con 2 parole liquida i clienti "se vogliono un mirto ghiacciato se lo vanno a prendere da un'altra parte!", parole che riporto a Carlo e che decide di alzarsi e andare via.

Avvicinandoci al bancone della cassa il titolare si scusa del comportamento e io cerco di calmare gli animi facendo notare che il cameriere poteva metterci un po' più di cortesia nel trattare con i clienti, inventandosi anche una balla. "capisco l'ora e la stanchezza del cameriere però un cliente non può essere trattato in questo modo..." erano le 10 e mezza di sera.
Chiediamo il conto, il titolare ci fa capire che più di 10 euro di sconto non ci può fare e Carlo dopo aver pagato la sua parte gli dice che non avrebbe mai più mangiato in quel posto...

Serata conclusa poi con una passeggiata per le vie del centro e gli animi poi tranquillizzati.

Conclusione: non è la prima volta che notiamo scortesie da parte dei camerieri sardi. Non è tanto sul questionare la temperatura di servizio di un mirto o di qualcos'altro. E' proprio cortesia nei confronti del cliente. Com'è che le gestioni dei ristoranti ad Olbia cambiano così spesso? Poca voglia di lavorare?


(scusate il pessimo layout del post ma non sono ancora pratico di una impaginazione decente....)