05 dicembre 2010

post a ruota libera

Noto con inquietudine che il mio mestiere di blogger finisce quando sono a casa di C.

E sì che ogni tanto avrei voglia di scrivere post interessanti, con elucubrazioni sottili ed ardite, ma mi ritrovo ad elaborarli mentre sono in macchina e nemmeno degli appunti vocali o le note scritte sottoforma di bozza nel mio Nokia funzionano per rammentarmele... (La tecnologia mi si rivolta contro, formatto il nokia e perdo byte e byte di pensieri...)

Fatto sta che a casa di C. appunto ogni "libertà" telematica viene persa. Uno strano fenomeno di immersione nell'altrui vita. Mi sono trovato a diventare volontario dell'ente sordi dove lui era presidente et voilà, vola via ogni mio interesse o sfogo artistico. Credo possa essere normale che in una relazione uno dei 2 finisca con il "soccombere" alle passioni dell'altro, soprattutto se il sottoscritto non ha un carattere deciso. Però mi chiedo quanto a lungo possa durare una situazione simile. 

Non si tratta di subire una situazione, ma ben si sa che certe volte ci si scava una strada da soli che poi si trova  a non voler più percorrere, ma ormai dalle pareti così alte che si deve scavalcare di peso. E se la strada non è più parallela all'altro e l'altro non capisce il tuo "uscire" di strada si rischiano attriti anche pesanti, ma spesso inutili.

Stasera sono a casa. Di solito la domenica sono a casa sua, come il lunedì, martedì, giovedì venerdì e sabato.

Ma stasera no. La sorella è venuta a casa sua per motivi personali e io divento "l' imbarazzante". Perchè vuoi la differenza d'età, vuoi perchè 2 uomini in casa (nonstante la sorella sappia bene del fratello) non ci stanno bene... insomma alla fine mi ritrovo a casa. E per strada, ogni volta che succede sento come una sensazione di battaglia persa. Sia tra me e la sorella che tra me e i miei genitori.

Quasi mi immagino mio padre che mi sbatte in faccia la mia "scelta" dicendo che alla fine sono sottomesso ad una società che ti scaraventa in faccia modelli etero a cui obbedire. Quasi provo invidia per L. e F. che, quasi coetanei, si sono presi una casa insieme. Entrambe le famiglie quantomeno hanno un atteggiamento positivo in quell'unione.

A C. pesa che mia mamma, mia sorella o altri della mia famiglia non lo abbiano mai invitato a casa mia mentre io stesso sono stato a casa di sua sorella, anche se non certo come fidanzato, ma come amico...

 

16 settembre 2010

Scortesie e ignoranza vanno di pari passo?

Premessa: durante le ferie in Sardegna con Carlo siamo stati in un ristorante, oltre a noi 2 c'erano Mauro e Corrado. Località Olbia, vicino al centro.
Indecisi su dove mangiare e sapendo che fermarsi in una zona centrale di un luogo turistico spesso porta a esperienze terrificanti, Ne scegliamo uno.

Da fuori sembrava il classico ristorante con antipasti a buffet (e quello ci ha invogliato di corsa). Solita entrata con arredo un po' da trattoria, tavolino improvvisato con il titolare che dall'aria mafiosa fa la cassa per i clienti. Ci piazzano in un angolo con un LCD alle spalle, meno male che il volume era decente. Inzomma, prendiamo in mano il menu e dopo aver scelto i piatti noto con simpatia le dliziose chicche linguistiche che spesso affollano i menu di chi s'accinge a tradurre in foresto idioma le proprie pietanze( scusate l'ordine sparso...) :



Il primo riguarda un insolito "sorbett". Nella mia poca conoscenza della lingua inglese non so come si dica sorbetto, cercando su google non ho trovato nessuna alternativa...non lo si poteva chiamare con un "lemon ice cream with vodka (o prosecco a seconda della ricetta)"insomma, un po' di fantasia!








Il secondo riguarda una ambiguità: non so se sia corretta la traduzione, in buona fede la dò corretta. Ma se i piatti li traduci tutti in inglese, com'è che le cozze mi diventano francesi? sono cozze d'oltralpe?


Finiamo poi con la bellissima ortografia della parola Wurstel, che qui perde la "r" sia in italiano che in inglese...

Non è la prima volta che vedo queste chicche, ma quello che noto sempre più è che spesso si accompagnano a comportamenti idioti da parte dle personale. Mi spiego meglio. Finito di ordinare, ci fiondiamo ordinatamente al banco degli antipasti. Dopo abbondanti 20 minuti dalla fine degli antipasti, direi anche mezz'ora, ci arrivano i primi. Cibo buono, non ottimo ma ragionevolmente mangiabile. Al momento del dolce siamo un po' incerti, spiamo i tavoli vicini per capirci un po'. Traduco per Carlo e  gli altri 2 il labbiale del cameriere che si dimostra impaziente.  Alla fine io ordino un Sorbetto, Carlo Mauro e Corrado un mirto. Arriva per primo il mio sorbetto che viene servito bello liquido in un bicchiere a temperatura ambiente. Carlo mi fa "ti sembra il modo di servire un gelato???" e io, dai non lamentarti che poi devo fare brutta figura io...

La goccia che fa traboccare il vaso arriva sottoforma di bicchierino di liquore con dose di mirto. Carlo prende in mano il bicchiere e mi dice " è caldo" e io penso "ecco te pareva che qualcosa doveva andare storto?" mi dice che vuole chiamare il cameriere, gli rispondo di lasciar stare ma non mi ascolta perchè già con la testa cerca il poverino...

Il cameriere arriva  e Carlo mi chiede di dire al cameriere che il bicchiere è caldo. Io con tutta la faccia tosta e con la richiesta stampata in faccia di  accontentarlo così evitiamo casini ripeto al cameriere le parole di Carlo, e aggiungo che vorrebbe un bicchiere almeno freddo se non ghiacciato. Il cameriere si allontana sbottando e rispondendo (attenzione al dettaglio: testa e spalle girate, sottovoce)"e vabbè te porto il ghiaccio". Dico a Carlo che il cameriere ha risposto così. Non potendo sentire avrei potuto risparmiarmi di infierire però non mi va di tenerlo all'oscuro di questi dettagli di un comportamento che cominciava già a rompere le balle pure  a me. Sei un cameriere? il cliente rompe i coglioni? ma sì, eviti casini, gli dici che ti scusi e gli porti un bicchiere ghiacciato, oppure gli dici che avete aperto una bottiglia nuova e non era nel congelatore, insomma inventati qualcosa.

Stiamo precipitando nel nervoso e Carlo se si arrabbia è difficile da controllare. Arriva una cameriera che ingenuamente porta un bicchiere con del ghiaccio. Carlo ad alta voce esclama: "non ho chiesto del ghiaccio, voglio un mirto come si deve, freddo ghiacciato!"

Il titolare entra in sala, e fa finta di chiedere al cameriere cos'è successo, il cameriere con 2 parole liquida i clienti "se vogliono un mirto ghiacciato se lo vanno a prendere da un'altra parte!", parole che riporto a Carlo e che decide di alzarsi e andare via.

Avvicinandoci al bancone della cassa il titolare si scusa del comportamento e io cerco di calmare gli animi facendo notare che il cameriere poteva metterci un po' più di cortesia nel trattare con i clienti, inventandosi anche una balla. "capisco l'ora e la stanchezza del cameriere però un cliente non può essere trattato in questo modo..." erano le 10 e mezza di sera.
Chiediamo il conto, il titolare ci fa capire che più di 10 euro di sconto non ci può fare e Carlo dopo aver pagato la sua parte gli dice che non avrebbe mai più mangiato in quel posto...

Serata conclusa poi con una passeggiata per le vie del centro e gli animi poi tranquillizzati.

Conclusione: non è la prima volta che notiamo scortesie da parte dei camerieri sardi. Non è tanto sul questionare la temperatura di servizio di un mirto o di qualcos'altro. E' proprio cortesia nei confronti del cliente. Com'è che le gestioni dei ristoranti ad Olbia cambiano così spesso? Poca voglia di lavorare?


(scusate il pessimo layout del post ma non sono ancora pratico di una impaginazione decente....)

 

22 luglio 2010

Chiacchiere di paese

una settimana fa è stato il mio compleanno, e mia mamma, al momento della colazione, quando sto per uscire di casa, se ne esce con " ti devo dire una cosa..." Detto con quel silenzio che lascia presagire qualcosa. Non sono mai capace di leggere in quella pausa se la notizia è positiva, negativa o che abbia un qualsiasi risvolto.

Insomma per dirla in breve, un cugino di mio papà si vedrebbe con un dottore (maschio).

Ovviamente tutto in se, forse e con più condizionali che più non si può.

Descrizione dello zio F. :

-sui 60 anni scarsi, aspetto curato e sul genere "stempiato, ma brizzolato-dai-capelli-mossi-ingellati-all'indietro che fa molto figo" poca pancetta e tipico fisico veneto: non alto, ma proporzionato
-2 figli maschi e una moglie brutta e antipatica come una verruca sulla punta del naso con una vocina stridula e fastidiosa, sempre a impicciarsi degli affari degli altri.
-Nonno di 2 bambini abbastanza antipatici (credo abbiano preso in parti uguali dalla mamma e dalla nonna...)
-Ex infermiere all'ospedale, poi avvia un supermercato che lascia in gestione ai figli e adesso consigliere comunale.
- Titolare di una chicca lessicale trasmessa dal tg regionale in cui, parlando di una struttura comunale adibita a dare assistenza a portatori di handicap l'ha definita "molto utile specie per gli anticappati" (non ho sentito male io, l'ha pronunciata così con quel bell'accento dialettale veneto che fa molta cultura, specie per chi dovrebbe dimostrarne)

Vabbè passiamo al dunque, voci di paese lo vedrebbero incontrarsi con un dottore, maschio. Mia zia S. che è l'impicciona di turno perchè non c'ha un emerito cazz da fare tutto il giorno, crede sia il caso di chiedere alla nuora del fedifrago se sono vere le voci. Lei si limita a rispondere "sono solo chiacchiere". Altri in Comune hanno sparso la voce e ormai se ne parla anche dal verduraio, fruttivendolo sotto casa.

Ora la mia considerazione:

Mi è sempre stato antipatico, stronzo e fastidioso. Per nessun motivo in particolare, ma per la classica sensazione "a pelle". La classica persona da cui ti aspetteresti pesanti offese utilizzando parole tipo "recciòn, frocio, cueatton" e altre perle lessicali che ci definiscono da molti anni Alla notizia ho pensato "ma che cavolo si mette in testa, alla sua età! e con una famiglia poi!" che è quello che ho detto a mia mamma.

Insomma non m'è venuta la commiserazione o la considerazione minima che lui possa far parte della mia banda e quidni dovessi "perdonarlo" o pensare "chissà da quanto tempo teneva nascosta la cosa (beh con una moglie così...)". Questa considerazione invece me l'ha fatta mia cugina che abita a roma. Vabbè forse lei ha avuto più tempo per rifletterci e io molto meno ma mi chiedo: sono disposto a difendere i diritti di un gay all'interno della mia famiglia solo se è giovane e mi è simpatico? son così fottutamente bastardo?

Attendo sviluppi della vicenda; non credo in un complotto di partito, non lo vedo così potente da suggerire istinti vendicativi di questo genere. Certo che forse l'avrei visto più tipo da trans che da uscire con un gayo dottore... mah!

15 luglio 2010

Portishead, Roseland NYC live.

Vabbè, album che porta già più di 10 anni, (è del 1997)... ma un'emozione che non cessa di infuocarti l'anima non la si può lasciar sopire.

Portishead, Roseland NYC live.

Spiazzante quanto assurdo: un gruppo che fa dell'elettronica la base fondante, dimostra ancor più le sue capacità esibendosi con un'orchestra che si mescola nei brani sostituendosi egregiamente ai campionamenti. Superba performance di Beth Gibbons che, se mai ce ne fosse stato bisogno, conferma una voce, una poetica, un'emozione, uno spleen unico.

Nulla di pieno di vita, nulla di danzereccio, nulla di allegro; qui tutto è crudo, vissuto, squartato frantumato. Ci son lacrime, speranze illuse, dolori, passioni spente fraintendimenti e il dolore di una donna. Mai emozioni più vere raccontate con tale grande potenza, drammaticità e liricità.

Portishead, Roseland NYC live.

Ritrovati poco tempo fa nel negozio musicale di Nokia. Mi torna in mente il brano "Glorybox" (nel link il video su youtube): "give me a reason to love you, give me a reason to be a woman..." mamma che brividi

-Magie dei campionamenti: l'eccentrico Tricky ricavò dalla stessa fonte dei Portishead il brano "Hell is round the corner" che però risulta essere più vicino al sound dei Massive Attack e forse meno incisivo dei Portishead, ma altrettanto interessante. La fonte del campionamento è un frammento tratto da "Ike’s Rap II" di un certo Isaac Hayes, cantante di colore che ha prodotto uno sterminio di cd. Questa traccia forse non aveva nulla di particolare ma fatto sta che chi la musica la conosce, intuisce i potenziali   anche di frammenti così piccoli.

un video da "Half day closing" contenuto nel cd. Vedrò se riesco a procurarmi il dvd, se esiste...

Oppure "Only you": "we suffer every day, what is it for? this crown of illusions awfully us all"...

Già, un Live che esalta le qualità della band: non mi sarei aspettato questa resa materica da parte della musica elettronica.

Potrebbe essere un contropost al blog di Larvotto in cui si lamenta della facilità tecnica con cui si possono produrre e lanciare grandi artisti che durano come la brezza nel cesso di un autogrill.


A chi dice che non c'è più la musica di una volta, io rispondo "c'è e sempre ci sarà, siamo solo più pigri."

O come dice il grande Niccolò Fabi:

"Raro è trovare una cosa speciale
nelle vetrine di una strada centrale
Per ogni cosa c'è un posto, 
ma quello della meraviglia
è solo un po' più nascosto"

("il negozio di antiquariato")


09 luglio 2010

le ferie per non pensare

Non parlo delle mie ma di quelle di C. 

E' andato in pensione e adesso per una settimana ha voluto andare nella sua amata Sardegna.  Nulla di male, anzi. Aveva bisogno di pensare ad altro. La mia impressione è che non riesca a pensare in modo positivo o che voglia sempre avere una preoccupazione. Se tutto gli va bene, deve trovare qualcosa che non va... quanta pazienza. Hai voglia a portarlo su di morale!

Sento che ha sempre dei dubbi su di me e sulla mia sincerità. Il problema è che non riesco a dimostrarglielo... ha avuto molte delusioni nella vita e conosciuto persone di ogni caratura e questo lo limita nei rapporti umani.

Vedremo se al ritorno dalle ferie sarà più tranquillo...

07 marzo 2010

At least 1 shade of gray (almeno 1 sfumatura di grigio)

Non ci credo al tutto nero o tutto bianco.

Se il mio titolare si chiede
-Come mai io non riesco a essere metodico come è lui
-Come mai non riesco a seguire i suoi processi mentali
-Come mai scappo con la testa eprendo dei percorsi mentali miei

La risposta è semplice: non ho la sua testa, non sono tarato in accordo con le tue regole, non ho l'intelligenza e la profondità analitica che hai tu.
Magari sono pure un po' idiota, perchè no? Esistono solo gli intelligenti e i totalmente scemi? esistono molte sfumature di grigio, almeno 14 secondo gli Staind in un loro album. Magari sono un idiota dall'apparenza normale.
Oppure sono diversamente intelligente come riportato da un collega blogger: arrivo dove tu non arrivi e vedo cose di cui tu non ti accorgeresti mai, o che avresti impiegato molto tempo a discernere. L'intuizione può essere genialità ma anche idiozia.

2 faccie dello stesso grigio

06 marzo 2010

Come un camaleonte, come plastilina

Tutto è nato da una discussione con C. Da quando stiamo insieme C. mi ha fatto notare che sono cambiato: sono più ordinato, più metodico, insomma mi sono un po' sistemato.

Fatto sta che io di base sono: disordinato, incoerente, indeciso, insomma un po' incerto nel mio fare. Considero che questo mio bagaglio caratteriale dovuto in gran parte ai miei genitori (già, scaricare la colpa su di loro è sempre fin troppo facile). Crescendo in maniera incerta, come fossi un po' un panetto di DAS, senza delle mani forti che mi avessero modellato o almeno dato delle direzioni, ho visto che inconsciamente mi comportavo come un camaleonte e come la plastilina: mi conformavo alle persone con cui avevo a che fare, il tutto per ricerca dell'eterna soddisfazione della persona con cui sto. La domanda consequenziale potrebbe essere "comportarsi così ti dà soddisfazione?" e la mia risposta è "non so fare altro".  Al lavoro il capo giustamente mi aveva fatto notare che passo da un estremo di superficialità all'estremo di pignoleria. Non solo nella modellazione di oggetti 3D (più o meno il mio lavoro), ma anche in mille altri aspetti.

Se è vero che ho un carattere mio di base, capisco sempre più che non ho una impronta che mi definisca. Mi ritrovo a  essere un camaleonte per come sono capace di cambiare nelle situazioni in cui mi trovo e plastilina per la capacità di far penetrare questo cambiamento in me stesso.

Se mai un giornjo dovesse finire il rapporto con C. e trovassi un fidanzato/moroso disordinato sono quasi sicuro che non riuscirei a imporgli il mio ordine acquisito con C. Sarebbe molto più facile che mi adattassi alla nuova situazione riplasmando la mia configurazione. Il fatto di cercare compagni più maturi di me lo riconduco infine alla ricerca di un punto fermo nell'autorevolezza, capace di darmi quell'inquadratura che non ho mai avuto. 

23 febbraio 2010

corsista curioso...

Il corso di Lingua dei segni che frequento si popola di personaggi tra l'ambiguo, il nonsense e l'inutile... Io faccio la mia porca figura giusto perchè ho 2 anni di pratica in più di loro e quindi" vivo di rendita" cioè faccio meno fatica perchè ho già una certa confidenza, conosco molti segni e riesco a imparare molto più velocemente i segni nuovi.

Qualcuna delle ragazze che frequentano il corso già si dimostra brava, una in particolare si dimostra interessata e veloce nell'apprendere. Anzi direi un paio di loro. Le restanti... le vedo molto lente e un po' dure, specie se vediamo che durante la pausa nessuno usa  segni, nonstante sia stato più che suggerito sia dall'insegnante che dal presidente dell'ente.

Ho nominato solo ragazze perchè una categoria a parte la meritano i ragazzi, siamo in 3, che frequentano il corso.

Uno c'è e non c'è: avrà frequentato 1/4 delle ore finora trascorse, non s se per lavoro o per menefreghismo.

Un altro attira la mia curiosità e al contempo mi dà motlo fastidio. Viene quasi sempre, ma arriva alle 8 e mezza, 30 minuti di ritardo canonici... apre il quaderno degli appunti, ma si mette poi a giocare col cellulare o si dimostra apertamente disinteressato alla lezione. Mi chiedo: il corso costa non poco, (oltre 500 €, possibile che tu ci venga senza tanti motivi? lo fai solo per uscire di casa? questo M. insomma mi sta pure un po' sulle balle.

Fatto sta che M., gay abbastanza effemminato, dalla posa da seduto, al camminare, è comunque un ragazzo con un bel viso. Nulla di così splendido, ma piacevole, mettiamola così anche se non è decisamente  il mio tipo.
La scorsa settimana durante la pausa delle 21:00, se ne esce con una battuta del tipo : "perchè non ci scambiamo i numeri di telefono, nessuno ha il numero di nessuno..." ovviamente io l'ho interpretata come rivolta all'intera classe e ho detto che effettivamente poteva essere utile. Tempo 10 minuti, finita la pausa, l'insegnante ci "accoppia" io e M. per gli esercizi. Lui è negato e nemmeno si sforza di impegnarsi, figuratevi io che interesse al dialogo posso avere con uno del genere. A un certo punto mi chiede il numero di telefono "così mi mandi qualche messaggio e mi racconti qualcosa" e io con una acidità a cui non avevo pensato all'inizio "ma che avrei mai da raccontarti?". Insomma, al corso quasi non ci si parla, non sei neppure il mio tipo, siamo seduti di solito distanti e ti dovrei raccontare i fatti miei???

Insomma di ritorno a casa in macchina inizia una sfilza di sms con destinazione "informazioni sempre più dirette". Il discorso comincia con:

-"ma non sei ancora arrivato a casa? Vai piano che il tempo è brutto"

-"ci sono rimasto male quando m'hai detto che non avevi nulla daraccontarmi"

-"ma quanti anni hai?"

-"ma sei fidanzato?"

-"come si chiama?" e qui capisco dove vuole parare, capire se sono gay o meno

-"che curiosità...". rispondo io e lui:

-"se me lo dici poi potrai chiedermi tutto quello che vuoi" (cosa dovrei chiederti? ma chissenefrega di uno come te? con tutto il tatto che posso metterci, se fin d'ora non ti ho quasi rivolto parola ci sarà un motivo...)

-"Si chiama C. contento?" gli rispondo io

Al che si prodiga in commenti sul fatto che l'aveva capito, che se non fossi stato fidanzato c'avrebbe provato. Poi si definisce un idiota e che ha fatto una figura di merda. Poi si supervaluta definendosi uno che fa girare la testa a molti e si vanta di aver fatto scoppiare delle coppie per quanto bravo è a letto.


e mi chiede  "... allora per noi non c'è nessuna speranza?"


Dopo avergli specificato che

a: Sono gayo, felice e in coppia (non significa che mi scopi  chiunque capiti a discapito della relazione che ho)

b: sono fedele

c: non è il mio tipo (visto che a me piacciono pelosi, più maturi di me e quindi orsetti)

ancora ci prova...

Al che mi invita per una cena (innocua a suo dire). Appena accenno che ne avrei parlato con C. fa l'altero, definendo il mio comportamento come da carcerato. Gli rispondo che con C. non vedo perchè non dovrei parlarne, il rapporto è tranquillo. Se la cena non aveva fini volgari non vedo dov'è il problema. Parlarne col mio compagno non avrebbe certo cambiato nulla. Questa consapevolezza l'ha fatto sfociare nel vittimismo, risolto poi con un silenzio di tomba.

E stasera al corso, dopo essere arrivato col consueto ritardo, ha cautamente evitato di incrociare i suoi occhi coi miei.

Valli a capire questi rovina coppie!



26 gennaio 2010

il malessere della sera....

Di ritorno dal corso di Lingua dei segni: stasera non mi sono fermato da C. perchè la sorella ingombrava l'abitazione e siccome non sono ufficialmente (e mai lo sarò) il suo compagno, visto la non poca differenza d'età, non potevo certo essere il 3° incomodo. Chissà cosa potrebbero pensare la sorella e i 2 nipoti!!! Pazienza, bisogna portarne, e tanta anche. Ma non è quest'ultimo dettaglio ad avermi instillato il malessere della sera.

Guidando verso casa (con in sottofondo l'atmosfera, a volte dolce a volte melanconica a volte pazza di B-Side con Bertallot) m'è preso il magone. e riflettevo che la sensazione che mi attanagliava era ben descritta dalla parola "perdere". Sia nell'accezione di sconfitta che in quella di aver lasciato qualcosa.

...e stavo tornando a casa,  un giorno in cui sarei dovuto essere a casa di C., accoccolati sul divano --- perso il momento di coccole e calore umano---

...ed è 100 a 0 per la sorella, a cui sarò sempre secondo )e Dio ce ne scampi dall'anteporre me alla sua famiglia, questo non lo voglio affatto!) ---perso nella battaglia degli affetti---

Giusto un magone, che sta esaurendo il suo effetto più evidente, mentre scrivo queste righe, giusto una serata come altre già vissute


06 gennaio 2010

Aggiornamento status

Bè visto che è passato un sacco di tempo, credo sia anche il caso di aggiornare lo status.

Dal periodo post Andrea sono entrato nel periodo C.. Sono 2 anni che stiamo insieme e la cosa funziona bene. E' una persona più grande di me e mi dà le sicurezze che in Andrea non avevo trovato, non per colpa sua di certo. Insomma fila liscio, sto pure imparando la Lingua Italiana dei Segni (LIS, la lingua usata dai sordi per comunicare) visto che C è sordo (anche se è abilissimo nella  lettura labbiale e non ha nessun problema nel parlare, a differenza di molti altri sordi che non sono riusciti a migliorare così tanto le loro capacità di articolazione del linguaggio).

Dal punto di vista affettivo è uno scrigno d'amore, una cassaforte di emozioni, una sorpresa continua... quanto lo amo!!!


anno nuovo, ritorno a postare un po'

Con il post precedente, torno  un po' a scrivere. Un po' perchè ne ho voglia, un po' per non consumarmi troppo le mani in altre attività... e non abbiate pensieri sudici, che tanto avete centrato in pieno!

vediamo cosa tirerò fuori!


java chi? java che? java cosa? e javanotakeshi che è???

per quei pochi che non sanno che altro fare nella vita e a cui interesserà molto il mio nick tolgo subito il sassolino dalla scarpa, il pezzettino di cerume secco nell'orecchio, il tarzanello dal sederino o qualsiasi altra metafora preferiate.

Java è una parola con un suono che mi piace  un sacco, siccome quando dovevo iscrivermi in giro per il web era già strausata, ho aggiunto "No Takeshi". Takeshi è un nome giapponese che mi piaceva altrettanto, No è un possessivo (giapponese, dopo le lezioni della mia cuginetta) che fa diventare il tutto Takeshi di Java (io lo intendo come Takeshi dell'isola di Giava, in Indonesia).

Questo è l'excursus logorroico che m'ha portato a scegliere un nick del genere. Il bello è che è sempre libero :)

Non sorprende poi scoprire adulterazioni interessanti. In un sito, la registrazione non chiedeva più di 11 caratteri come  nick e ne è uscito un "java no takes" interpretabile come "java non lo prende" ambiguo e interessante visto che si trattava di un sito porno... non dite?