Di ritorno dal corso di Lingua dei segni: stasera non mi sono fermato da C. perchè la sorella ingombrava l'abitazione e siccome non sono ufficialmente (e mai lo sarò) il suo compagno, visto la non poca differenza d'età, non potevo certo essere il 3° incomodo. Chissà cosa potrebbero pensare la sorella e i 2 nipoti!!! Pazienza, bisogna portarne, e tanta anche. Ma non è quest'ultimo dettaglio ad avermi instillato il malessere della sera.
Guidando verso casa (con in sottofondo l'atmosfera, a volte dolce a volte melanconica a volte pazza di B-Side con Bertallot) m'è preso il magone. e riflettevo che la sensazione che mi attanagliava era ben descritta dalla parola "perdere". Sia nell'accezione di sconfitta che in quella di aver lasciato qualcosa.
...e stavo tornando a casa, un giorno in cui sarei dovuto essere a casa di C., accoccolati sul divano --- perso il momento di coccole e calore umano---
...ed è 100 a 0 per la sorella, a cui sarò sempre secondo )e Dio ce ne scampi dall'anteporre me alla sua famiglia, questo non lo voglio affatto!) ---perso nella battaglia degli affetti---
Giusto un magone, che sta esaurendo il suo effetto più evidente, mentre scrivo queste righe, giusto una serata come altre già vissute
Beh, sono momenti che capitano. E sono utili per riflettere, non è comunque tempo perso ;)
RispondiEliminaNon è stato un momento perso, è vero. Non ci sono momenti persi, persino la noia è creativa (qualcuno asserisce che i bambini dovrebbero essere annoiati piuttosto che riempiti di "impegni-pomeridiani-basta-che-stiano-lontano-da-casa"). Inoltre la solitudine o i momenti di sbalzi d'umore aiutano a conoscersi e riflettere
RispondiEliminaP.S. Riguardo il tuo post grammaticale-sintattico... la é con l'accento grave si può fare premendo "SHIFT+è" oppure mi sbaglio io? Inutile scomodare il buon caro vecchio ASCII
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